Pubblicato il: Marzo62023

Giotto Stoppino

Un progetto centrato

Designer di caratura indiscussa, disegna una sola famiglia di prodotti per Rossi di Albizzate che entrata a far parte del Museo Italiano del Design – Triennale Milano.


Ormai nel picco espansivo aziendale, la neocostituita – in versione S.p.A. – Rossi di Albizzate, forte dei fatturati più che duplicati in soli due anni, decide di ampliare l’offerta di prodotto e di affidarsi al pluripremiato già Compasso d’Oro ’79 e già Presidente ADI dal ’82 al ’84, Giotto Stoppino.

Il progetto nasce nel ’87 a nome EBLA, un set di cinque elementi composto da poltroncina, divanetto e tavoli da pranzo. Un prodotto sintetico e caldo, dalla soluzione strutturale e compositiva molto innovativa che racchiude in forma attualizzata la poetica di Giotto Stoppino. Le gambe diventano seduta senza soluzione di continuità mentre i braccioli abbracciano inusualmente la seduta a cui sono ancorati e fungono essi stessi da ancoraggio per lo schienale che appare sospeso sui due braccioli. A sottolineare il valore progettuale dell’elemento bracciolo, non a caso realizzato in tubolare metallico curvo, è la differente trattazione materica e cromatica.

Tali caratteristiche hanno portato la poltrona Ebla ad essere parte della collezione permanente del Museo del Design Italiano, Triennale-Milano. Ebla si affianca ad altri 8 prodotti presenti nel Museo a firma Giotto Stroppino.

Laureato nel ’51, subito abbraccia la corrente Neoliberty nata come reazione oppositiva al razionalismo. Molto attivo culturalmente, nel ’54 è già presente in Triennale dove esporrà in sei edizioni consecutive, e nel ’60 è già membro ADI. È fra gli sperimentatori delle prime materie plastiche con la Kartell, per la quale esporrà nel ’72 a NYC nella mostra “Italy: the new domestic landscape”, un prodotto oggi parte della collezione permanente del MoMa NYC e ancora in produzione.

Le sue sperimentazioni formali con tubolari metallici piegati, di chiara derivazione Bauhaus, ma contaminati dalla poetica Neoliberty, leggibili anche nella poltroncina Ebla, sono diventate linee guida per tutta la produzione anni ’60.

La fama e i successi di Giotto Stoppino non si fermano alla Ebla del ’87, ma continuano fino al riconoscimento del secondo Compasso d’Oro nel ’91 e al Compasso d’Oro alla Carriera del 2011, anno in cui Giotto Stoppino fermerà la sua mano progettuale per sempre lasciando in eredità un notevole apporto culturale al mondo del design italiano e un piacevole ricordo di una collaborazione proficua, alla Rossi di Albizzate.

https://www.adi-design.org/xxii-compasso-d-oro-premi-alla-carriera.html